Per parlare di pubblicità potremmo partire dall’inizio. Da come nasce uno spot.
Ma questo lo potete chiedere a chatGPT.
Partiamo allora da un punto qualunque ma speriamo interessante
Nel lontano 2004 Unilever commissiona una ricerca che mette in evidenza la «difficoltà delle donne e delle ragazze di riconoscere la loro vera bellezza».
Nasce così, quasi 20 anni fa, la ancora attuale, “Real Beauty”.
La campagna che ha venduto alle donne di tutto il mondo non solo creme e saponette, ma un nuovo modo di guardarsi allo specchio.
Fa storia lo spot Evolution creato in Canada da Ogilvy and Mother che mostrava l’evoluzione di una donna da “acqua e sapone” a “modella da cartellone pubblicitario”, rivelando esplicitamente quanto la bellezza che si vede sulle riviste non sia sempre quella reale.
Qualche anno dopo in Sketches, campagna pubblicitaria affidata sempre a Ogilvy and Mother viene chiesto ad un noto disegnatore forense, Gil Zamora, di ritrarre il volto di diverse donne partendo dalla descrizione che esse fanno di se stesse, e in un secondo momento in base a come le descrive chi le incontra per la prima volta. Risultato: la percezione distorta e spesso negativa che molte di loro hanno del proprio reale aspetto fisico. Fu una bomba ed anche la risposta di adesione emotiva al brand fu enorme.
Da lì molti altri brand hanno capitalizzato sull’esistenza, consolidata e in crescita, di un vasto movimento internazionale che si concentra sui temi dell’autostima e del cosiddetto empowerment femminile.
Qualche anno dopo Like a girl, video pubblicitario diretto dalla documentarista Lauren Greenfield e realizzato dall’agenzia Leo Burnett, ci racconta “Come corre una ragazza?” “Come lancia una palla?” “E come lotta”? In pratica l’autostima delle ragazze racchiusa in poco più di tre minuti per la pubblicità di una marca di assorbenti.
E ancora, la più recente e dirompente campagna pubblicitaria Ageless, affidata all’agenzia Amv Bbdocon la regia di Shannon Murphy e la produzione di Lief. Si tratta sempre di una campagna per prodotti femminili, che osa affrontare la consuetudine di considerare asessuate le donne mature, provando a scardinare l’enorme tabù che riguarda il cambiamento dei loro corpi e l’impatto dell’incontinenza sulle loro vite. Si tratta di pubblicitari a dir poco coraggiosi!
Grazie a queste iniziative, molti brand hanno contrastato gli stereotipi della pubblicità diffusi fino ad oggi, sperimentando inedite modalità di marketing.
Campagne pubblicitarie di questo tipo hanno attirato l’attenzione dei consumatori non solo su prodotti ma su temi socialmente rilevanti, posizionandosi strategicamente al fianco delle donne.
Ma le intenzioni sono sempre sincere? O è una nuova, più evoluta, forma di pubblicità?
Fatto sta che si è riusciti a rendere infinitesimale quella piccola contraddizione che sta tra: “amatevi come siete” e “purché compriate i nostri prodotti per le vostre zone meno attraenti”.
Nota:
I video pubblicitari citati sono consultabili sul sito www.youtube.com