La campagna è un luogo salubre ed idilliaco

by Lilibeth

E così eccomi qui, in campagna perché la campagna è un luogo salubre ed idilliaco.

Quanti filmati pubblicitari nel tempo hanno mostrato giardini in fiore, aiuole perfette, alberi bellissimi e frondosi, orti fertili, animali morbidi e socievoli, il tutto condito con musiche rasserenanti…

Ebbene no, proprio non ci siamo.

Intanto il giardino in fiore ha bisogno di essere esposto al sole, all’ombra, a mezz’ombra, con luce riflessa, senza luce, con terra acidula, ma anche resinosa, un po’ sabbiosa, ma anche argillosa, naturalmente lo stesso discorso vale per le aiuole che non prevedono il passaggio di cani, gatti, merli, passeri, cornacchie o qualunque essere che ponga le sue deliziose zampette sulla terra.

Gli alberi frondosi hanno bisogno di essere potati con regolarità e, soprattutto con tecnica perché hanno il vizio di lanciarti i rami frondosi in testa al primo soffio di vento in un gioco che pare divertirli molto, immagino che prendere una macchina valga una decina di punti, un trattore vuoto una ventina di punti, un trattore con conducente una cinquantina di punti e via così.

Gli orti sono un altro capitolo, intanto la terra è in basso  e in basso vanno messe a dimora le delicatissime piantine di pomodoro (duemilaottocentospeciediverse che manco le Esperidi ne conoscevano tante), di melanzane (quelle allungate nere mi raccomando), di zucchine (le romanesche per il loro sapore deciso e la durezza), i peperoni (almeno di tre colori), i frigitelli (che nulla hanno a che vedere con i gustosissimi friarielli), i fagiolini (dalla pianta tanto lunga che effettivamente potrebbe arrivare alla casa dell’orco con la gallina dalle uova d’oro); tutte piantine che vanno piantate, annaffiate, curate, accompagnate quotidianamente

Gli animaletti morbidi e socievoli mi hanno ucciso tutte le galline…e adesso sento sempre e solo il Dies Irae…

Ah, dimenticavo la bellezza di vedere i frutti sugli alberi: ancora un paio di giorni e saranno pronti per la raccolta…poi, però, nugolo di insetti si lanceranno sui frutti seguiti da stormi impazziti di passeracei feroci, seguiti da falchi, attirati dal pasto alato ed infine eccolo, lui, lo Pteranodonte, che, satollo, mi guarda obliquo mentre si alliscia le squame appollaiato sul tetto di casa.

Altro che Dies Irae, qui si rischia l’intero Requiem mozartiano.

Bella la campagna! Vado a buttare giù una querela contro i pubblicitari del noto Mulino.

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