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Oceano senza rive infinito d’intorno e oscuro
ma lampeggiante, e con un silenzio sotto i terribili tuoni
immoto ma vivente come il silenzio delle labbra
che parleranno:
tenebrore dei Tempi, profondità dell’affanno
umano, assidua mutazione delle cose, ritorno
perpetuo delle sorti:
oceano senza rive tra due poli, tra il Bene e il Male,
con le sue bave disperse dalla procella eternale,
co’ suoi abissi ingombri dalle spoglie dei popoli morti,
era il Destino (…omissis…)
Gabriele D’annunzio, Delle Laudi – Libro Secondo – Elettra , vv. 1- 13